Alimentazione e Tiroide: un legame profondo

Intro

La tiroide è una ghiandola endocrina cruciale per molte funzioni vitali: regola il metabolismo, lo sviluppo neurologico, la crescita, la funzionalità cardiaca e l’equilibrio energetico. La produzione di ormoni tiroidei, principalmente tiroxina (T4) e triiodotironina (T3), avviene tramite un delicato meccanismo feedback tra ipotalamo, ipofisi e tiroide, modulato dal TSH (Thyroid Stimulating Hormone).

La sintesi ormonale richiede micronutrienti specifici che agiscono come cofattori enzimatici o in ruoli antiossidanti: iodio, selenio, ferro, zinco, rame, magnesio e vitamine. Fluttuazioni significative in questi nutrienti possono alterare sintesi, conversione periferica degli ormoni, e risposta immunitaria tiroidea.

Iodio e Selenio

Lo iodio rappresenta l’elemento chiave per una corretta sintesi di ormoni tiroidei, a tal proposito, il suo deficit è la causa più comune di disfunzione tiroidea a livello mondiale, con conseguente gozzo e ipotiroidismo. Un eccesso acuto può invece favorire tiroiditi autoimmuni, soprattutto se alla base è presente una predisposizione genetica.

Il selenio, invece, rappresenta un elemento indispensabile per la famiglia delle deiodinasi che convertono T4 in T3, e per selenio‑enzimi antiossidanti, che neutralizzano H₂O₂ prodotto nella sintesi ormonale. Diversi studi dimostrano un’interazione sinergica tra iodio e selenio: carenze combinate riducono la degradazione T4 e danneggiano i tessuti bersaglio. Inoltre, livelli adeguati di questo micronutriente, proteggono da ipotiroidismo e da eccessiva infiammazione nei pazienti con tiroidite di Hashimoto.

Vitamine

Le vitamine svolgono un ruolo essenziale nel mantenimento della salute della tiroide, agendo come cofattori in molte reazioni biochimiche, alcune delle quali direttamente coinvolte nella sintesi, nella conversione e nell’azione degli ormoni tiroidei.

La vitamina D, in particolare, ha una stretta relazione con la funzione tiroidea, soprattutto dal punto di vista immunologico. Diversi studi hanno mostrato che livelli non ottimali di vitamina D sono comuni nei pazienti con tiroiditi autoimmuni, come la tiroidite di Hashimoto e il morbo di Graves. Essa modula la risposta immunitaria, agendo sui linfociti T regolatori e inibendo le risposte pro-infiammatorie mediate da citochine come l’interleuchina-17.

Anche la vitamina A è essenziale per la regolazione dell’espressione genica e partecipa alla sintesi degli ormoni tiroidei. Essa modula anche l’attività dell’asse ipotalamo-ipofisi-tiroide, può influenzare la sintesi del TSH e migliorare la captazione dello iodio da parte della tiroide, un processo fondamentale per la produzione di T3 e T4. Inoltre, la vitamina A migliora la sensibilità dei tessuti bersaglio agli ormoni tiroidei.

La vitamina C ha un ruolo antiossidante importante, contrastando lo stress ossidativo a livello tiroideo. La tiroide è una delle ghiandole con la maggiore concentrazione di perossido di idrogeno (H₂O₂) a causa della sintesi ormonale, e quindi è altamente vulnerabile al danno ossidativo. La vitamina C protegge le cellule tiroidee (tireociti) neutralizzando i radicali liberi, supportando così l’integrità strutturale e funzionale della ghiandola.

La Dieta Mediterranea

Negli ultimi anni, la Dieta Mediterranea è stata oggetto di numerose ricerche per i suoi effetti benefici su vari aspetti della salute, e tra questi spicca anche il ruolo positivo che può avere sulla funzione tiroidea. Questa dieta, tipica dei Paesi del bacino del Mediterraneo, si basa su un’elevata assunzione di frutta, verdura, legumi, cereali integrali, pesce, olio extravergine d’oliva, È povera invece di grassi saturi, zuccheri raffinati e carni rosse.

Uno degli aspetti più interessanti emersi dalla letteratura scientifica è che la Dieta Mediterranea sembra ridurre il rischio di sviluppare patologie autoimmuni della tiroide, come la tiroidite di Hashimoto o il morbo di Graves. Di fatti, il consumo regolare di alimenti ricchi di antiossidanti e nutrienti anti-infiammatori può aiutare a modulare il sistema immunitario, riducendo l’infiammazione cronica e lo stress ossidativo, due fattori chiave nello sviluppo di malattie autoimmuni.

La dieta mediterranea sembra contribuire anche al mantenimento di livelli ottimali degli ormoni tiroidei, soprattutto in soggetti eutiroidici o con ipotiroidismo subclinico oltre a favorire una corretta composizione del microbiota intestinale, che a sua volta può migliorare la regolazione del sistema immunitario e ridurre la permeabilità intestinale, uno dei meccanismi implicati nell’innesco delle malattie autoimmuni.

Conclusioni

La letteratura scientifica ha evidenziato come l’alimentazione giochi un ruolo fondamentale nella modulazione della funzione tiroidea e, di conseguenza, nel mantenimento della salute generale. Micronutrienti specifici, tra cui iodio, selenio, zinco, ferro e vitamine come la D e la A, si sono dimostrati essenziali per una corretta sintesi e regolazione degli ormoni tiroidei. Al contrario, carenze nutrizionali o eccessi, in assenza di un equilibrio dietetico adeguato, possono interferire negativamente con l’attività della ghiandola tiroidea, favorendo l’insorgenza di disfunzioni come ipotiroidismo, ipertiroidismo o tiroiditi autoimmuni.

La complessità del rapporto tra dieta e benessere tiroideo impone un approccio integrato, che tenga conto delle necessità individuali, dello stile di vita e delle eventuali predisposizioni genetiche. Non esiste un modello alimentare univoco valido per tutti, ma emerge con chiarezza l’importanza di una dieta varia, equilibrata e ricca di alimenti come pesce, cereali integrali, legumi, verdure e frutta, nel sostenere la salute endocrina.

Bibliografia

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